La Grafologia scritturale

Il tratto vitale della scrittura

La scrittura è connessa ad altre invenzioni umane: arte, icone, segni astratti, di cui ne è la naturale evoluzione; tutte le prime forme di scrittura posseggono un marcato sostrato iconografico. Ma cosa sono e da dove vengono simboli e codici simbolici?

L’essere umano è l’unica specie ad usare l’immaginazione per creare cose che non esistono: i simboli. I simboli dominano le nostre vite, sono antichi quanto noi; nel momento in cui un’immagine diventa il nome della cosa che rappresenta smette di essere solo un disegno e diventa embrione di scrittura. La scrittura ha assolto al compito più importante della storia: esaudire il desiderio umano di essere compresi.

Lo scrivere nasce dalla curiosità, dall’intuito, dall’esperimento, dalla necessità, dall’impulso inarrestabile di eleggere e mette in atto il nostro sistema sensoriale rendendolo una facoltà esclusivamente umana; la “scienza” che la disciplina è la Grafologia.

La Grafologia indaga i complessi messaggi in codice presenti in un tracciato grafico, visto come una vera e propria registrazione dell’intera struttura e del comportamento di tutto il sistema nervoso centrale e neuromuscolare periferico; a monte di un atto volontario, presiedono zone cerebrali preposte a tale processo in cui confluiscono comportamenti dettati dalle risposte emotive individuali.

L’unicità rivelata dalla scrittura, è legata alle infinite variabili della struttura biotipologica individuale, fino alle più sfumate modalità espressive dell’affettività, della mente, del modo di percepire, rappresentare e sentire la realtà, a cominciare da se stessi.

La Grafologia combina tra loro simboli ed archetipi, indaga elementi di neurofisiologia e neuropsicologia; esplora componenti di tipo biotipologici, morfologici, caratteriali, temperamentali; interpreta contenuti di origine evolutiva, psicoaffettiva, psicomentale.

Una scrittura esaminata nella sua interezza, riflette l’evoluzione del soggetto scrivente e ne rappresenta una delle espressioni più spontanee dell’attività della sua psiche: è il risultato volontario di movimenti di origine cosciente e di movimenti di origine inconscia.

Nel momento in cui scriviamo ci situiamo simbolicamente nello spazio e nel mondo in cui ci spostiamo, ogni movimento scrittorio è rappresentativo del nostro comportamento in questo universo: la sua indagine è un atto di comprensione piuttosto complesso.

La nostra scrittura muta lentamente nel tempo insieme a noi, rispecchiando il nostro percorso evolutivo ed il rapporto che abbiamo con la nostra grafia è sempre intimamente connesso alla percezione soggettiva che abbiamo della nostra esistenza, al processo di comprensione ed elaborazione di ciò che ci circonda, alle forme di adattamento e di reattività che abbiamo imparato a sviluppare e mettere in atto.

Scrivere è un comportamento, una comunicazione, una testimonianza in tutte le fasi dell’esistenza, è compagna di vita dallo scarabocchio sino al testamento, aiuta il benessere di mente e cervello, ha un valore antropologico universale, è la manifestazione oggettiva dell’unicità di ciascun individuo, chiama in causa mente e cuore.

Per non privare le generazioni future di tale ricchezza, è indispensabile salvaguardarne l’esistenza mediante un’importante e vasta operazione culturale e sociale.