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oggi risponde la grafologa
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Le cinque domande scomode degli scettici …

Un profilo di personalità stilato attraverso l’analisi della scrittura, risulta tanto più preciso quanto più verrà estesa l’analisi dei singoli segni ad una sintesi comprendente l’interpretazione dinamica del  grafismo stesso e finalizzata ad una stesura complessiva.

Ogni segno ha di per sé un suo proprio significato, ma se estrapolato dall’intero contesto, assume un significato quasi irrilevante: ogni segno, entrando in combinazione con un altro o più altri, a lui “favorevoli” o “contrari”, assume connotazioni diverse.

Si può affermare però, che gli aspetti fondamentali possano individuarsi, con buona attendibilità, attraverso un’analisi condotta per “macrocategorie” orientative, quelle che delineano la struttura portante del soggetto: la costituzione di base, le predisposizioni mentale ed intellettiva, il temperamento che ne delinea il tipo di reattività agli stimoli, il carattere che ne suggerisce il comportamento.

Studiare una scrittura è un atto di comprensione piuttosto complesso, la sua risultanza dipende in buona parte dalla validità del prodotto grafico messo a disposizione del grafologo: lo scritto deve essere spontaneo, non simulato, eseguito in condizioni psicofisiche neutre, stilato in modo corrente e continuativo; sono poco adatti in tal senso campioni preparati in momenti di evidente alterazione emotiva, in presenza di problematiche di salute riguardanti il sistema nervoso centrale o a carico della mano, sotto l’effetto di alcune terapie farmacologiche o sotto l’effetto di sostanze che alterino lo stato di coscienza.

Sono altresì inidonei prodotti grafici eccessivamente brevi, vergati con strumenti o su supporti non adeguati; lo scrivente deve utilizzare un foglio bianco privo di righe e margini, una penna biro di buona qualità ed il testo deve essere sempre completato dalla firma.

Quali sono le 5 curiosità e/o domande che più frequentemente vengono rivolte ad un grafologo?

Uno: Che cos’è esattamente la scrittura manuale?

La scrittura manuale è un linguaggio non verbale che utilizza un codice simbolico e che prende vita da un atto motorio non controllato dalla coscienza; è una fotografia delle parti più inaccessibili dell’individuo (l’inconscio), la sua sfera emozionale, i suoi sentimenti, i suoi eventuali timori non rivelati e tutto ciò che il più delle volte resta celato. Si deve considerare la scrittura manuale come un processo evolutivo collettivo ed individuale, che inizia nel bambino con la scoperta della traccia grafica, dello scarabocchio poi e successivamente del disegno.

Due: Che cosa registra ed evidenzia un tracciato grafico?

Il tracciato grafico registra la funziona sistemica o conflittuale delle principali aree cerebrali; la grafologia è una disciplina capace di analizzare la condizione di tale funzione sistemica, evidenziando contenuti biotipologici, temperamentali, caratteriali, evolutivi e psicoaffettivi.

Tre: Perché la mia scrittura è cambiata nel tempo?

La nostra scrittura è in continuo divenire, è espressione di uno stato dinamico, vitale e come tale rappresentativo di ogni mutazione avvenga in noi; si può quindi affermare che la nostra scrittura cambi insieme a noi, seguendo gli andamenti delle oscillazioni umorali, della mutevolezza delle emozioni, delle variazioni energetiche più o meno significative riconducibili allo stato di benessere psicofisico. E’ l’espressione più reale e “sincera” di come stiamo evolvendo lungo il nostro percorso esperenziale nell’ambiente e dentro di noi.

Quattro: In quali circostanze può essermi utile consultare un grafologo, oggi, quando si scrive manualmente sempre meno?

La grafologia abbraccia svariati ambiti molto diversi tra loro, da quelli esclusivamente di tipo “tecnico” nel settore guiridico-peritale a tutti quelli dedicati al servizio della persona che desideri acquisire informazioni sui tratti più salienti e significativi del proprio modo di essere e di esercitare la propria “presenza” nel mondo; è un metodo altamente affidabile finalizzato alla conoscenza di sé e di come sfruttare al meglio le risorse possedute; possiamo asserire, sintetizzando, che sia utile rivolgersi al grafologo quando ci si interroga su talenti, capacità, ambizioni ed aspettative in merito ad un progetto, sia in ambito personale che professionale; ogni curiosità sul proprio modo di scrivere e soprattutto sul rapporto con la propria scrittura è meritevole di essere approfondita; bisogna ricordarsi che non perdendo l’abitudine di scrivere a mano, si continuano ad allenare aree cerebrali molto importanti per i processi cognitivi, di memorizzazione, di concentrazione, di apprendimento.

Cinque: La grafologia può essere considerata solamente uno strumento di “analisi”?

No! La grafologia ha una doppia valenza, quella di osservazione (analisi) e quella di verifica, da mettere in campo prima-durante-dopo eventuali percorsi effettuati con professionisti ed operatori dedicati al supporto ed all’aiuto dell’individuo: il fine è quello di attestare i risultati conseguiti tramite il percorso in questione. Uno dei compiti più in delicati per il grafologo è proprio quello di integrare, attraverso le proprie competenze, con informazioni utili l’operato di altri professionisti operando in sinergia con essi.

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