Ci si può interrogare se il tipo di scrittura usato da una società sia influenzato o influenzi la scrittura della società stessa?
La scrittura permette di produrre modelli e messaggi che si dilatano nell’universo in uno spazio tridimensionale e nel tempo.
Un sistema grafico si trova nell’intersezione di due assi: l’asse della cultura e l’asse della personalità; sull’asse della cultura si colloca la visione che del mondo ha una data cultura, il suo modo di interpretare i fatti esterni, la sua classificazione dei fenomeni, ma anche la sua scala dei valori, il suo dar rilievo a certe operazioni, enunciazioni rispetto ad altre; sull’asse della personalità si collocano invece le capacità, le pulsioni, la visione del singolo scrivente.
Storicamente si può dire che la diffusione della scrittura ad un numero sempre più alto di persone sia andata crescendo e tanto più si riducono i meccanismi di controllo, più diminuisce il prestigio dei modelli e si semplifica la procedura dell’apprendimento.
Ogni gruppo in un dato momento ha le sue rappresentazioni correnti, le migliori soluzioni ad un certo problema comunicativo o visuo-spaziale; ogni gruppo ha pertanto suoi criteri di design.
La scrittura ha fin dalle sue prime origini molte funzioni e rimanda a più piani di significazione sociale; in tutte le tradizioni vediamo che ben presto la cura per l’aspetto estetico della scrittura emerge e si fa interesse autonomo, a volte perfino preponderante.
In questo senso, appare netta la distinzione se si confronta la tradizione calligrafica occidentale con quella arabo-islamica o cinese. Per i cinesi la calligrafia è la più importante manifestazione artistica del pensiero nazionale; ritmo, linea, struttura, trovano corpo più perfettamente nella calligrafia che non nella pittura o nella scultura e anche forma o movimento vi compaiono in almeno pari misura.
Un’altra tradizione scrittoria che ha sviluppato un’arte calligrafica che affianca o perfino sostituisce ogni altra arte visiva, è quella arabo-islamica.
Investita della funzione di rivelare al mondo la parola divina, anche la scrittura araba è stata meditata, elaborata, portata ai più diversi sviluppi estetici, divenendo forma artistica primaria, totalizzante.
Ma se l’ideogramma cinese deve essere immediato, non rigido, non troppo perfetto, non troppo simmetrico, proprio perché sintesi di momenti dinamici, in molti filoni della trattatistica islamica compare il calcolo, la proporzione, il compasso.
Il Corano non può essere ornato da immagini e questo ha portato a un grande sviluppo della decorazione geometrica, dell’intreccio, della fiorettatura e di ogni altro elemento decorativo e non figurativo.
La splendida fioritura della scrittura ornamentale ha ispirato un capitolo non minore dell’arte occidentale: l’arabesco e l’uso della scrittura araba come elemento ornamentale nella pittura medievale e rinascimentale.
Fonti: G. R. Cardona – Yuval Noah Larari
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