Il profilo grafologico stilato attraverso l’analisi della scrittura, ottempera al desiderio o ad una vera e propria necessità dell’individuo, di entrare in profondità nei complessi meccanismi di interazione fra le caratteristiche più significative possedute sul piano mentale, comportamentale ed affettivo.
Non sempre la percezione che abbiamo di noi stessi è completamente aderente a come siamo veramente e/o a come ci vede chi sta intorno, ma soprattutto, non sempre siamo soddisfatti dell’immagine riflessa in quello specchio che potremmo definire “autoconoscenza”.
E così, come a volte accade che il nostro volto riflesso nello specchio non rifletta l’immagine che vorremmo, così altrettanto vediamo la nostra grafia cambiare sulla carta ed allontanarsi da quell’ “ideale” modello calligrafico tutto nostro, che prima sentivamo appartenerci e rappresentarci e che ora non riconosciamo più come rappresentativo della nostra personalità.
Ogni modificazione della nostra scrittura rileva e rivela reali cambiamenti interiori, registra in modo fedele e puntuale passaggi più o meno repentini di stati d’animo, di emozioni, di vivenze; tutto ciò che “muove” a livello mentale, emotivo, affettivo ed anche organico qualcosa dentro di noi, si riverbera inevitabilmente sulla traccia grafica prodotta.
Questo è il motivo per cui utilizzare la scrittura manuale ha ancora un senso profondo: quello di guardare al gesto grafico come allo strumento che, diversamente da quello tecnologico, consente di monitorare tali variazioni; sulla tastiera esprimiamo concetti e pensieri, sulla carta i concetti e pensieri prendono colore e anima, diventano nostri non soltanto nei contenuti.
Analisi della scrittura di Silvana Piatti Grafologa consulente in psicologia della scrittura.
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