L’atto creativo del gesto grafico diventa protagonista d’eccellenza dell’ultima “fatica” di Ali Kazma; il progetto, nato dall’idea di filmare Orhan Pamuk durante la stesura di un suo romanzo, ha richiesto molto tempo e lunghissime riprese ed oggi è divenuto un’opera compiuta di videoarte ospitata presso la Galleria milanese Francesca Minini.
Teatro delle riprese, lo studio abitazione del premio Nobel per la letteratura del 2006 in cui il videoartista lo ha immortalato per circa due anni mentre lavorava alla stesura del suo ultimo manoscritto.
“A house of ink” è il titolo del video che testimonia la scrupolosa attenzione con cui l’autore scrive e conserva ogni materiale cartaceo: diari, corrispondenza, appunti, disegni; la stesura manuale di un romanzo è a tutti gli effetti il risultato di un processo creativo, un contenitore di pensieri e di visioni interiori carichi di significati psicologici.
La coabitazione con Pamuk consente all’artista l’accesso ad un numero enorme di pagine scritte a mano, al mondo intimo e privato dell’autore mentre si destreggia con carta e penna, a tutto ciò che ruota intorno alle fasi preparatorie di uno dei suoi capolavori: le riprese dell’atto manuale diviene uno dei fulcri della sua densa opera d’arte, un lavoro articolato, complesso, stratificato.
“A house of ink” contiene anche i dialoghi avvenuti tra i due protagonisti, esplorazioni interiori, ricerche confidenziali … il progetto definitivo approda a due diversi video e al primo sussegue il secondo dal titolo “Sentimental” in cui gli aspetti più celati dell’attività svolta nell’appartamento sulle rive del Bosforo, vengono alla luce in tutta la loro inestimabile ricchezza narrativa.
Oggi “A house of ink” è proiettata nella sala principale della Galleria ed avvolge lo spettatore nel tortuoso processo creativo rievocato, lo immerge in una incalzante sequenza di connessioni tra pagine di diari, annotazioni, scarabocchi, ogni simbolico impercettibile percorso mentale dello scrittore al lavoro e nel suo mondo pervaso di ricordi ed oggetti scrupolosamente conservati.
“Sentimental“, invece, è ospitato in una seconda sala e contiene le fasi forse più intime dell’incontro tra artista ed autore, regala le immagini esclusive di Pamuk mentre firma una pila di fogli e mentre Kazma si confida sui propri prossimi progetti di viaggio alla ricerca di spunti nuovi in giro per il mondo.
Ali Kazma nasce a Istanbul nel 1971, è un artista multimediale che intraprende nel 2002 un itinerario con cui indaga i processi di produzione ed i loro attori, le modalità con cui l’individuo costruisce ed interagisce con il proprio ambiente, in habitat caratterizzati dalla totale assenza di staticità.
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