Gli animali nell’arte

firmologia Silvana Piatti
Gli animali nell’arte

Tutto iniziò con loro: gli animali, i primi soggetti ritratti dagli antesignani artisti della storia, arte nata nelle grotte del lontanissimo paleolitico tra immagini di animali oggetti di caccia, di sacrifici o di riti propiziatori; con il tempo ed in ogni civiltà le divinità assunsero proprio le sembianze di animali a testimonianza dello strettissimo legame creatosi tra loro.

Da allora il bestiario comparso nel mondo dell’arte annovera un quantitativo talmente incalcolabile di esemplari e specie, da risultare veramente impossibile censirli tutti (molti tra i quali furono anche frutto di fantasia e mai realmente esistiti) ma inevitabilmente molti di loro assunsero un ruolo prioritario rispetto ad altri per il significato simbolico assegnatogli.

Se nel mondo greco il cervo fu assimilabile ad Artemide dea della caccia, nell’arte Cristiana fu l’agnello ad assurgere a simbolo sacro, mentre in Oriente l’elefante divenne uno degli animali venerati.

Soffermiamoci sui due tra i più amati amici dell’uomo, ospiti frequenti nelle nostre moderne abitazioni: il gatto e il cane, entrambi ampiamente rappresentati come divinità dalla lontana civiltà egizia nelle loro creazioni artistiche, ma che nel tempo presero poi strade leggermente differenti per i significati simbologici che vennero man mano da loro conquistati; mentre il fascino misterioso del gatto fu declinato in tutte le sfaccettature possibili ed anche non sempre positive (di loro parleremo ampiamente una prossima volta), a partire dall’epoca romana, il cane si assicurò un ruolo di rilievo come impareggiabile fedele compagno dell’umano.

Il cane accompagna il suo padrone nelle battute di caccia, protegge le greggi, custodisce le abitazioni e diviene presto l’animale più rappresentato nell’arte nel periodo tra il ‘400 e il ‘700 quando il rapporto tra uomo e cane, spicca come uno tra i temi maggiormente presenti sulle tele. Anche i successivi due secoli diedero ampio spazio al nostro fedele amico, portatore tra le serene mura domestiche, di sentimenti di intimità, dolcezza e accudimento.

Oggi molti tendono ad attribuire atteggiamenti leggermente esagerati di umanizzazione nei confronti dei nostri pelosi ma, tra il serio ed il faceto, se ammirassimo un dipinto dell’artista statunitense Coolidge dal titolo A friend in Need del 1903, scopriremmo che già un secolo fa i cani furono pensati come esseri viventi sostituibili a noi e capaci di esercitare azioni ed intendimenti nostri: sono ben 18 i dipinti in cui il pittore raffigura cani seduti ad un tavolo intenti in una partita a poker!

Non possiamo non dedurne quindi che i nostri amorevoli cani non solo rallegrano le nostre giornate con il loro affetto, ma possono anche, artisticamente parlando, prendere il nostro posto vestendone i panni, condividere i nostri divertimenti, ma soprattutto fare loro i nostri vizi …

Novembre 2024 – Silvana Piatti Grafologa esperta in Firmologia d’Arte