Archeologia dell’amore

antropologia della scrittura
oggi parliamo di …

L’antropologo Jack Goody ci dice che l’amore romantico esiste da sempre nelle società che conoscono la scrittura e noi “sposiamo” in pieno questo suo pensiero, perché si fonde sul presupposto che le scritture abbiano avuto un ruolo di fondamentale importanza nella storia evolutiva dell’uomo e dei suoi sentimenti, indispensabili fattori di crescita nelle società, da quelle più lontane alle nostre attuali.

Ma se l’amore romantico può essere considerato una “costruzione” culturale, altro concetto deve essere messo in campo per definire quello prettamente passionale, quello cioè, che presuppone una tensione erotica.

Il mondo antico ha conservato migliaia di documenti scritti, lettere, papiri, tavolette emersi dagli scavi archeologici e riportati alla luce, come quello risalente a 2200 anni fa in cui, in una lettera su papiro, una moglie si apre al marito, in greco antico “comune” con queste parole:

Ho ringraziato gli dei non appena ho saputo che stai bene; mi secca però che non torni a casa, mentre tutti gli altri sono già tornati, perché ho dovuto cavarmela in tempi così difficili, col bambino e tutto il resto, mi è arrivato il coltello alla gola a causa del prezzo del grano e credevo che almeno ora, col tuo ritorno a casa, avrei goduto un pò di requie; però non ti è nemmeno passato per la testa di venire a casa …”

Una missiva dal contenuto quasi attuale, ma … se ci avventurassimo oltre nella ricerca e verso qualcosa di più straordinario anche per i tempi moderni, approderemmo su di un terreno decisamente più lontano da questo conosciuto dell’amor sentimentale e dai toni decisamente più curiosi: il graffitismo a carattere erotico.

I graffiti con temi sessuali si conoscono fin dall’inizio del periodo greco arcaico e molto di questo “materiale” risale ad epoca romana e proviene da Pompei: migliaia di reperti a carattere erotico, in genere decisamente triviale ed osceno, espressione schietta ed onesta di desideri sessuali irrefrenabili.

Pare che nell’antichità greco-romana non fosse illegale o sconveniente imbrattare i muri e graffiti di ogni genere e tipo appaiono all’interno di edifici pubblici e privati, nei vestiboli come nelle camere da letto, a qualsiasi altezza, scritti stando in piedi o distesi per terra.

L’edificio del lupanare di Pompei è un luogo di passaggio ad un incrocio di strade, vicino a locande e bagni pubblici; qui si sono rinvenuti dal 1862 in poi, ben 134 graffiti risalenti agli anni 72-79 d.C., ovvero tra l’ultimo restauro e l’eruzione del Vesuvio. Quelli conservati ricoprono le pareti delle cinque stanze del pianterreno, collegate da un vestibolo con affreschi erotici ed almeno un terzo di essi si riferisce esplicitamente ad atti sessuali.

In mancanza di uno smartphone con cui farsi un selfie, i clienti lasciano di sé qualche frettoloso appunto sulle loro prestazioni in cui l’ortografia non brilla, come si addice ad iscrizioni scaturite dall’oscurità del piacere.

Una categoria a parte, poi, meritano una menzione particolare: le iscrizioni con cui le prostitute si complimentano con i clienti, ossequi di gratitudine alla virilità appuntate sull’intonaco del bordello (“Victor valeas qui bene futuis“) … a voi la traduzione …

Bisogna inoltre ricordare che a quei tempi la lettura si faceva ad alta voce ed anche quella delle iscrizioni pertanto; era quindi possibile udire anche senza volerlo i rozzi messaggi contenenti le ambizioni del soggetto e cosicché le iscrizioni erotiche tendevano a costituire socialmente l’identità maschile.

Era in ogni caso assolutamente familiare la presenza di questi disegni e scritte osceni ed è per questo motivo che va sicuramente riponderato il concetto di scandalosa moralità di quei tempi.

E l’amore? A Pompei si trovano anche parecchi graffiti di un lirismo quanto mai tradizionale: “Conducimi a Pompei dove vive il mio dolce amore” … la gente non era quindi esclusivamente ossessionata dal sesso ed occupata ad esprimere le loro dissolutezze sui muri; un uomo innamorato ci lascia “Coloro che amano conducono, come le api, una vita dolce come il miele” ed un altro ancora “Colui che ama non deve fare bagni bollenti, nessuno che si sia bruciato ha motivo per amare le fiamme“.

Pompei
iscrizioni antiche

Fonte: L’archeologia dell’amore di Catalin Pavel