Parliamo di un progetto tutto al torinese che ci svela storie e patrimoni di progettisti operanti in diverse discipline e protagonisti di un “primo episodio” ospitato presso una casa-museo immersa nella collina del capoluogo piemontese.
Archivi d’affetto è il progetto targato Circolo del Design di Torino, curato da Maurizio Cilli e Stefano Mirti e che colloca al suo interno, architettura, arte, design e progettazioni di vita, il tutto mixato in un intreccio di storie e vissuti restati troppo nell’ombra nella città dei protagonisti ma non altrettanto sconosciuti nel resto del mondo; ecco quindi che una mostra ad hoc concepita per portare sotto i riflettori tali patrimoni, sarà visibile (anche on line) a partire dal 23 Marzo 2023.
Il Circolo del Design di Torino, luogo per la promozione e lo sviluppo del design territoriale, nasce nel 2015 in occasione del lancio di “Torino City of Design“, evento dedicato alla scoperta e alla valorizzazione delle realtà che concorrono a rendere la città un crocevia di sperimentazione tra tecnologia, progetto e cultura.
In linea con questa mission, la prima edizione di Archivi d’affetto, nasce con l’intento di riportare alla luce le storie e la vita di designer e architetti che pur avendo sviluppato percorsi professionali di particolare valore in connessione con l’arte, sono stati troppo spesso scarsamente valorizzati.
La direttrice del Circolo, Sara Fortunati, ha recentemente presentato i protagonisti del primo episodio in programma: Leonardo Mosso e la compagna Laura Castagno; il loro studio, un tempo luogo di ricerca e lavoro, è stato adesso convertito in casa-museo aperta al pubblico attraverso visite, al momento, solo consentite a tesisti e ricercatori.
In un suggestivo complesso di antiche cascine immerse nel verde della colline torinesi, saranno messe in mostra imponenti raccolte di documenti, libri, fotografie ed oggetti a testimonianza dello spirito con cui venivano intraprese le progettazioni: il patrimonio di una intera vita dell’architetto designer, artista visivo, fotografo e storico, scomparso nel 2019 e della sua compagna è davvero immenso e molto variegato, dalle lettere autografate di Giò Ponti a testi di Adriano Olivetti.
Una selezione di tali ricchezze resteranno visibili per mesi, in concomitanza con un ricco cartellone fitto di appuntamenti e l’inaugurazione del progetto digitalizzato “contenitore” di tutti gli altri successivi episodi in programmazione: altre residenze d’artista sono in attesa di essere aperte e ricevere il riconoscimento meritato, uscendo da una ingiusta condizione di luoghi dimenticati …
Grazie per la tua visita sul blog – Febbraio ’23