Presso il Centro di Ricerca del Castello di Rivoli, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria e Anna Musini, la prima mostra in un’istituzione italiana dedicata a Bracha Lichtenberg Ettinger.
La pratica dell’artista israeliana, affonda le radici nel suo passato autobiografico, nella storia dei genitori sopravvissuti all’Olocausto ed analizza i temi del trauma, delle donne e madri durante la guerra, del femminile nella mitologia, attraverso una ricerca pittorica astratta, intensa e dalle connotazioni spirituali.
Famosi i suoi taccuini, caratterizzati dalla dimensione tra l’astratto e il figurativo, la tecnica di applicazione dei colori e la composizione delle forme; l’artista fissa sulla carta pensieri, riflessioni, appunti di lavoro; circa cinquanta i quaderni esposti, in cui le annotazioni esplorano anche il tema delle proprietà curative dell’arte.
Bracha Ettinger psicoterapeuta e filosofa, consegue il Master in psicologia clinica presso l’Università di Gerusalemme e lavora oggi tra Parigi e Tel Aviv; tra il 1999 e il 2004 opera come professore di ricerca in psicoanalisi ed estetica presso la Scuola di Belle Arti, storia dell’arte e studi culturali dell’Università di Leeds.
La sua grafia rivela profonde ed intensi movimenti dell’inconscio; gli ampi “spazi” mantenuti tra le parole e in certi scritti tra lettere, mettono in evidenza una “danza” introspettiva e solitaria tra il mondo del visibile e l’invisibile; il suo è un incontro vivido tra pittura e scrittura, un dialogo intimo, intenso, pregno di sofferenze legate al vissuto.
Le sue opere mettono in evidenza in modo stupefacente, di come la scrittura sia arte a tutti gli effetti e di come riesca a rappresentare le manifestazioni più significative di emozioni, sentimenti e percorsi affettivi in continuo movimento.
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