Fortuny

Museo Fortuny
Museo Fortuny

Poco conosciuto anche dagli stessi veneziani, il Museo Fortuny ubicato nel prestigioso Palazzo Pesaro degli Orfei, è una sorpresa meravigliosa per chi abbia la “fortuna” di scoprirne i tesori e le ricchezze in esso contenuti; un tempo studio, laboratorio, dimora di Mariano Fortuny y Madrazo ed Henriette Nigrin e luogo di riferimento agli inizi del Novecento dell’élite intellettuale nella cosmopolita Venezia, resta oggi un luogo affascinante che rievoca le atmosfere della città lagunare all’alba del XX secolo.

Mariano Fortuny fu un uomo eclettico e dai talenti infiniti; attratto fin da giovane dalla preziosità di oggetti unici, intrisi di arte e storia, grazie anche al contesto familiare in cui il collezionismo era non solo una passione ma anche un fenomeno culturale, si dedicò per tutta la vita ad ogni forma di arte, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla lavorazione di tessuti pregiati di provenienza orientale; produsse in proprio e collezionò opere d’arte di grande bellezza, con un interesse particolare per stoffe e moda.

Formatosi nell’ambito della tradizione accademica di fine Ottocento si dedicò alla copia di dipinti dei grandi maestri del passato quali Tiziano, Tintoretto, Goya, Rubens, ammirabili nelle sontuose sale del palazzo; coltivò con particolare interesse l’arte del confezionamento di abiti, attività in cui riuscì ad esprimere al meglio le proprie doti creative; con le sete dalle cromie tenui e i velluti cangianti confezionò abiti eleganti e sensuali che esaltavano il corpo femminile, proponendo una forma di bellezza nuova, emancipata e anticonformista.

Il grande salotto di casa, frequentato da collezionisti, mercanti, musicisti e letterati del tempo, si presenta ancora oggi come uno spazio intimo occupato da lunghissimi divani straripanti di cuscini ed appesa ai muri, campeggia una ricca raccolta di opere provenienti dalle collezioni di Ca’ Pesaro e della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia; sono due i piani della Casa Museo in cui oggi si respirano le atmosfere create da una delle famiglie più influenti nel panorama artistico e culturale dell’Ottocento; l’influenza familiare su Mariano fu molto forte, egli seppe garantire continuità alla dedizione per l’arte, per i viaggi ed il collezionismo trasmessagli dal padre.

Degna di nota, un’altra grande passione di Mariano: l’opera di Wagner a cui si ispirò per la produzione di una serie di dipinti dedicati ai drammi wagneriani; i dipinti alle pareti, testimoni del passaggio a questi temi, costituirono forse la parte di produzione pittorica più riuscita.

Museo Fortuny

Grande forza espressiva ed adesione al simbolismo sono ravvisabili nel dipinto Ornamento del giardino e spiriti odoriferi, uno dei vertici pittorici della produzione fortunyana da cui si può dedurre la profonda conoscenza dell’arte rinascimentale e la mirabile struttura compositiva apprese; molti sono i dipinti che ornano la grande sala impreziosita dall’oro utilizzato per la scena dell’opera Wotan che colpisce la roccia. Un tripudio di colori ed immagini allegoriche colpiscono l’occhio del visitatore, evocando un forte richiamo all’impianto scenico teatrale.

Lo spazio che però maggiormente lascia stupefatti è l’inaspettato giardino d’inverno in cui, attraverso l’artificio illusionistico del trompe l’oeil, l’enorme sala viene trasformata in una sorta di giardino incantato animato da figure femminili e allegoriche, animali esotici e motivi floreali che rimandano ai temi dell’iconografia classica, affiancata alla poetica teatrale: Fortuny crea una fusione tra luce artificiale e luce naturale tale da garantire uno spazio scenico ampio e suggestivo.

Di non minore impatto è l’angolo atelier in cui Mariano sperimentava le pratiche del disegno e dell’utilizzo del colore attraverso lo studio dal vero applicato al nudo femminile; le pose riprendono in modo evidente lo stile antico ma nei dipinti si ritrovano elementi di modernità sia nel tono realistico della luce che nell’equilibrio delle composizioni.

Museo Fortuny

Molto da scrivere, ci sarebbe sull’avventura creativa nel campo tessile, attività condivisa con la moglie Henriette, molti i rimandi alle arie orientali, persiani, turchi, cretesi; nei suoi tessuti si ritrovano motivi rinascimentali italiani e spagnoli, merletti barocchi ed infinite suggestioni tratte da epoche e culture tra loro molto lontane, rielaborate e trascritte in un moderno linguaggio atemporale.

Tutto nella vita di Mariano Fortuny fu stupefacente e tutte le sue creazioni sembrano essersi fermate in un tempo ancora vivo, perfettamente ordinate, al loro posto, in attesa sul grande tavolo da lavoro tra le cassette con i pennelli, le librerie a telai scorrevoli, gli antichi testi di architettura e prospettiva …

Museo Fortuny

Venezia, Gennaio ’25, Silvana Piatti Firmologia dell’Arte