Trail Running: la partenza è nalla mente
Lo sport inizia dalla mente e la preparazione mentale, qualsiasi sia la disciplina intrapresa, diventa la base da cui partire per ottenere prestazioni di livello.
Oggi sono sempre più in crescita gli appassionati di trail running: la corsa si può effettuare in qualunque momento, predispone all’incontro con la natura e con la dimensione interiore più intima, integra il corpo con lo spirito, allontana le tensioni quotidiane, regala momenti di piacevoli immersioni in solitaria, è una inesauribile sfida con se stessi.
Se correre da un lato è inequivocabilmente un istinto innato, il trail running deve essere però considerato come una disciplina sportiva piuttosto complessa e non improvvisata, in cui convergono preparazioni di più tipo: scelta di materiali idonei, appropriato piano alimentare, capacità nella programmazione delle sessioni di allenamento e soprattutto (non in ultimo appunto) un atteggiamento mentale consono, che non sempre può essere assunto in totale autonomia, soprattutto all’inizio.
Perché una preparazione mentale assurge a ruolo chiave nel trail running?
Sia nelle sessioni di allenamento che in gara, se si diventa agonisti, l’aspetto psicologico con cui ci si appresta ad affrontare impegni che richiedano: forte spinta motivazionale, spirito agonistico, predisposizione all’assunzione di responsabilità etiche nei confronti dell’ambiente e della natura, gestione delle emozioni e della frustrazione, diventa di fondamentale importanza.
Dall’aspetto caratteriale e temperamentale del trail runner, dipendono pertanto una considerevole parte dei risultati, indipendentemente dalla forma fisica e dal potenziale prestazionale ottenuto con l’allenamento.
Quali sono i parametri più interessanti valutabili attraverso la scrittura?
Volontà e tenacia sicuramente si meritano il primo posto in classifica: sono “attributi” del carattere indispensabili ad un trail runner per il raggiungimento delle proprie imprese, considerando anche che, a differenza di altri sport, non può ricorrere al supporto di altre persone durante la gara (compagni di squadra, allenatore, preparatore atletico, pubblico) e quindi deve contare esclusivamente su tutto ciò che riesce a conquistare attraverso il suo sforzo silenzioso e solitario.
Spinta motivazionale: il trail runner presenta solitamente un carattere incline ad avvicinarsi a sport che prevedano intraprendenza, desiderio di sfida e di conquista, a volte necessità di rafforzare la propria autostima, forte desiderio di affermazione personale.
Equilibrio interiore: un individuo con un equilibrio dinamico ma stabile, è in grado gestire emozioni e comportamenti, sa tradurre difficoltà, insuccessi e frustrazioni in atteggiamenti positivi, ha ben presente che il sacrificio di uno sport duro come il trail running, sarà ripagato anche in presenza di momenti avversi.
Chi può concorrere a supportare il “piano di allenamento” di un atleta?
L’affiancamento della figura del personal runner sicuramente appare la più indicata ed il suo operato può esprimersi al meglio se a sua volta integrato con una figura professionale che individui gli aspetti più significativi del profilo del runner da un punto di vista caratteriale e temperamentale. Ecco quindi, come la presenza del consulente grafologo, possa apparire utile per unire competenze diverse ma finalizzate ad uno stesso risultato: mettere a punto strategie vincenti “prima-durante-dopo” le sessioni di allenamento e gli impegni agonistici degli atleti.
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