Oltre alle immagini floreali raffigurate su diverse opere d’arte (affreschi, bassorilievi e mosaici) da Egizi e Greci, Romani e Cretesi, alcune delle più antiche e più belle riproduzioni di fiori, si trovano nei manoscritti e nei codici miniati (illustrati) dell’Europa Medievale, realizzati a partire dal 300 d.C. fino agli inizi del XVI secolo.
Molti di questi codici miniati trattavano temi religiosi e spesso erano laminati in oro.
Con il termine miniatura ci si riferisce all’aggiunta di elementi decorativi, come note a margine, o riproduzioni di piccole e intricate lettere dell’alfabeto elaborate.
Era molto comune trovare sui margini dei manoscritti, stravaganti illustrazioni geometriche e motivi vegetali, alcuni dei quali avevano significati simbolici.
Molti dei lettori a cui questi volumi si rivolgevano erano infatti analfabeti, pertanto i fiori e la loro simbologia diventavano uno strumento che permetteva lo svolgimento del racconto e contribuiva a comunicarne il messaggio.
Le varietà di fiori raffigurate in questi manoscritti, sono quelle che ci potremmo aspettare: gigli e rose, acanto, anemoni e viole, ma anche fiori meno noti come il geranio macchiato, il garofano, le violaciocche e perfino cannabis.
Fonte bibliografica: Stephen Buchmann – La ragione dei fiori
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