Si parla e si scrive sempre più del ritorno alla scrittura a mano e dei suoi benefici!
Ringraziamo la Rivista Natura per questo interessante articolo sull’argomento, che riportiamo fedelmente per l’approfondimento con cui ne sono stati curati i contenuti.
“Abituati come siamo a digitare sulla tastiera di un computer abbiamo perso il benessere dello scrivere a mano. Eppure per secoli ci siamo esercitati in questo, arrivando ad esprimere anche grandi abilità artistiche, che ora stiamo progressivamente perdendo.
Ogni vero naturalista ha insito nel suo spirito il piacere di cercare, raccogliere tracce e segni della natura e chissà quante volte nella vita abbiamo avuto tra le mani una penna, magari di un gufo, di un airone, di un falco o semplicemente di un piccione.
Guardando la forma di una penna, sia che si tratti di una remigante dell’ala o di una timoniera della coda, la conformazione mostra diverse affinità. Nella parte più estesa e colorata formata da barbe (filamenti di cheratina molto sottili) che si chiamano vessilli, si distingue una base, una parte del bastoncino centrale che è il punto che noi usiamo per prendere tra le mani una penna.
Questa parte è chiamata calamo, la parte del bastoncino centrale che si va a innestare sul corpo del pennuto di turno.
Il Calamus (dal greco Kalamos) era in origine la canna da scrivere usata dai romani a partire dai primi secoli dopo Cristo su fogli di papiro. Era costituito da un giunco appuntito e dal VI secolo venne sostituito dalla penna d’oca.
Fino alla metà dell’Ottocento fu consuetudine impiegare penne di uccelli di grandi dimensioni come oche, cigni, fagiani, tacchini e si preferiva usare le remiganti. Queste penne venivano scaldate e poi tagliate all’estremità del calamo in modo da creare una punta da intingere nel calamaio, il contenitore con l’inchiostro.
Ma quanto può far bene prendere una penna e scrivere su un foglio di carta?
In un periodo nel quale siamo caricati da stress e situazioni di grande preoccupazione scrivere a mano può farci stare meglio, come ha dimostrato un team di ricercatori cinesi con uno studio pubblicato su Psychology Research and Behavior Management.
La ricerca applicata a pazienti che soffrivano di stress ha monitorato gli effetti dell’esercizio a mano della grafia cinese e ha constatato una riduzione dello stress, un miglioramento della respirazione e persino dei battiti cardiaci.
Quindi senza grandi remore, anche se non abbiamo una penna d’oca o un vecchio calamaio, prendiamo un foglio e una penna e scriviamo, staremo certamente meglio.” Dalla penna d’oca al computer di Marco Mastrorilli.
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