La migliore definizione di temperamento è quella che fa riferimento alla costituzione di base dell’individuo ovvero alla capacità reattiva frutto della combinazione delle tre strutture embrionali endoblasto, ectoblasto, mesoblasto.
L’endoblasto connota la stabilità, l’ectoblasto la sensibilità, il mesoblasto la potenza (scheletrica, muscolare, cardiaca, renale, sessuale); la tipologia ippocratica aggiunge il fattore della tensione che determina la volontà.
Nell’individuo uno di questi fattori solitamente predomina sugli altri determinando quattro fondamentali temperamenti ippocratici ben definiti – identificabili dallo studio del prodotto grafico – linfatico, nervoso, sanguigno, bilioso; il valore dinamico di una personalità deriva dall’integrazione armonica dei quattro fattori pur restandone preminente sempre uno o più di questi sugli altri.
La prevalenza dell’endoblasto – linfatico di Ippocrate – produce un temperamento incline alla stabilità, alla lentezza, alla freddezza, alla passività, all’abitudine, alla ripetitività con scarsa propensione all’immaginazione, ad una buona memoria locale e alla predominanza della vita dei sensi; prevale l’istinto della sopravvivenza individuale e induce ad un orientamento operativo poco attivo e scarsamente reattivo alle risonanze emotive.
La prevalenza dell’ectoblasto – nervoso di Ippocrate – è tipico nel soggetto particolarmente ricettivo (a bassa soglia nervosa), sensibile, facilmente eccitabile, iperemotivo, irrequieto, impulsivo, dotato di intelligenza intuitiva e facilmente ipercritico e dispersivo mentalmente.
La prevalenza del mesoblasto – sanguigno di Ippocrate – apporta un temperamento vitale, esuberante, intenso, pratico, espansivo, sociale, attivo, dotato di buona memoria emotiva e immaginativa.
La prevalenza del fattore bilioso di Ippocrate dona un temperamento volitivo ed ordinato, concentrato e padrone di sé, progettuale, orientato e finalizzato verso obiettivi ben specifici; è il temperamento più volitivo che favorisce l’autonomia, la ricerca della profondità e la visione a lungo termine.
Nella consulenza grafologica l’individuazione del temperamento è di grande rilevanza, evidenzia il substrato biotipologico da cui si partirà per analizzare i segni grafici che intervengono, integrano e confermano la condizione psicomentale individuale di base; mentre gli altri parametri possono variare nel tempo, il temperamento costituisce un marcatore innato ed immutabile ed ha corrispondenze anche con la morfologia fisica e somatica.
Per i riferimenti grafologici specifici di ogni temperamento si rimanda all’analisi svolta dall’esperto.
Silvana Piatti esperta in discipline grafologiche, consulente in psicologia della scrittura – Gennaio ’23