Estate 2015 atto primo de “Il mestiere dell’attenzione”, un festival dedicato ad uno dei più grandi artisti nel’900: Mattia Moreni. A dare vita a questa iniziativa, che si svilupperà nel corso di tre edizioni annuali nella splendida cornice del Monferrato, è la figlia del pittore Maria Francesca Moreni.
Comincia così il mio viaggio attraverso un’esperienza unica e straordinaria, che mi permette di visionare e studiare un grande quantitativo di scritture dell’ artista, di parlarne durante gli incontri nel suggestivo salotto a cielo aperto della sua antica dimora, di entrare nella sua vita, di conoscerne le opere, di stringere una bellissima e duratura amicizia con Maria Francesca, la cui passione per l’arte del padre, la porta a dedicare una buona parte della sua vita in giro per i più prestigiosi musei del mondo.
Arte e scrittura, il mio sogno, il mio progetto di vita: unire lo studio delle scritture a quello artistico … tutto ciò è accaduto, è stato entusiasmante e dopo 5 anni i ricordi sono ancora vividi e bellissimi.
La figlia del pittore edita per l’occasione “il quaderno” dal titolo “Il mestiere dell’attenzione”, a cura dell’Associazione Mattia Moreni” da lei fondata ed è proprio da questa raccolta, che traggo alcuni brani, per riportare all’attenzione di chi non lo conoscesse, la figura di Mattia Moreni e cosa ha rappresentato nel panorama artistico mondiale.
Scrivono di lui …
“ … ora accade che Moreni, quasi solo, rende il sud partecipe di questa avventura di forza e di violenza con eccezionale ampiezza e in modi quanto mai personali: mentre i sunnominati pittori (De Kooning, Fautrier, Dubuffet, Iorn, Apple) offrono la scala delle loro possibilità estreme in figure umane e soprattutto in volti, egli sembra trovare il miglior sostegno del suo “espressivismo” in paesaggi assai vari. Ora un grande cielo con enormi astri e una linea d’orizzonte tenuta al fondo della tela, ora una veduta panoramica d’insieme, in una sorta di prospettiva a volo d’uccello e senza cielo, con una organizzazione plastica solidamente strutturata di tutta la superficie dipinta … talvolta, in opere recenti, Moreni immette la presenza di una figura nelle sue proposizioni di paesaggi umano-espressionistici ed allora le opere divengono apportatrici del “dramma” completo, come dovrebbe essere in ogni opera veramente completa … “ Michael Tapié
“ … sono sempre stato un accanito sostenitore dell’arte di Mattia Moreni, da quando l’ho incontrato sulle tracce dell’ Ultimo naturalismo di Francesco Arcangeli, ma anche dell’Art autre di Michel Tapié, recandomi poi in devoto pellegrinaggio alla Galleria Rive Droite di Parigi, dove Moreni esponeva assieme a tutti i big dell’Informale, ovvero, per dirla col termine statunitense, dell’Espressionismo astratto e dunque, per la Francia, Dubuffet e Fautrier, per gli USA, Pollock e Tobey, per l’Italia, accanto a Moreni, Burri e Fontana … Moreni ha sempre cercato di rinnovare i suoi approcci alla realtà, riuscendo anche ad entrare in dialogo chiaroscuro e dialettico con le nuove generazioni, da quella dell’oggetto e della Pop Art fino ai recenti graffitisti e writers … sono a fianco della figlia Maria Francesca in questo strenuo impegno a far sì che Moreni figuri sempre come uno dei “fari” lungo la rotta dell’arte contemporanea, dalla seconda metà del Novecento fino a varcare le soglie di questo nuovo secolo … “ Renato Barilli
“ … dolcissime ossessioni … Papà scrisse e disse mille volte “l’ossessione è la condizione della ricerca!” … sono figlia di due artisti che decisero di vivere una bellissima storia d’amore, quelle storie che non hanno un lieto fine ma sono piene di passioni … quando iniziai ad aprire scatoloni per mettere a posto il più possibile le varie cose (lettere su lettere, decine di documenti, foto a non finire) ho trovato uno scritto che ha cambiato la mia vita … risale al 1943, quando Papà scrisse che Moleto sarebbe stato l’ultimo luogo per rincontrare la Mamma … grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto in questa stupenda follia! … “ Amarcord di Maria Farncesca Moreni
“ … personalità sicuramente al di fuori del comune, in cui prevalgono forti principi di individuazione contrapposti a carenti meccanismi di adattamento, di socializzazione e che possono arrivare a produrre rotture nella relazione, resistenza alle simbiosi umane … la creatività diviene veicolo per tradurre nel concreto la potente carica energetica, sostenuta dalla ricerca continua, anche se poco costante ma quasi ossessiva, di forme sempre nuove, di audaci iniziative, di canali espressivi e comunicativi non convenzionali, sostenuti da una volitività intensa, inflessibile … l’impulso emotivo viene investito nell’ideazione, nell’isolamento fantastico dell’evasione dalla realtà, negli ideali utopici ed ambiziosi, nella liberazione di istinti pulsionali imperiosi e potenti … “ analisi della scrittura di Silvana Piatti