Spazio grafico e scrittura
Sia nella scrittura per l’adulto, che nel disegno per il bambino, l’occupazione spaziale sul foglio bianco assurge ad un significato particolarmente importante per il grafologo che approcci, in prima battuta, all’osservazione della disposizione simbolica e propedeutica ad una successiva analisi di tutti i segni.
Immaginando di suddividere il foglio in tante zone, ad ognuna di queste possiamo attribuire un significato ben preciso e, per conseguenza, ogni segno che si andrà a collocare in una zona piuttosto che in un’altra rappresenterà lo spazio ideale in cui inconsciamente la nostra energia va ad operare e a rappresentarsi.
La zona centrale del foglio è, per convenzione, rappresentativa dell’espressione individuale, dell’autoidentificazione, del controllo esercitato su se stessi in modo autonomo, indipendente e/o egocentrico a secondo dell’intero contesto messo in atto.
La zona superiore rispetto a quella centrale, contiene significati di valori “superiori” rispetto alla materialità fisica; inerisce la spiritualità, il mondo delle fantasie, delle aspirazioni ed ambizioni, della ricerca e della fuga negli ideali, della libertà personale nell’impegno volto al conseguimento di un’idea o di un progetto.
La zona inferiore rispetto a quella centrale, accoglie tutto ciò che investe la parte più radicata nelle sicurezze di ordine materiale; la visione si sposta dall’universo degli ideali a quello più concreto della “costruzione”; può rappresentare, se il contesto lo conferma, stati emotivi inclini al pessimismo, alla dipendenza, alla mancanza di entusiasmi.
Le zone a sinistra e a destra rispetto a quella centrale, segnalano uno “spostamento ideale” dai luoghi deputati ai ricordi ed ai loro blocchi ed alla “ribellione” verso gli stessi; dalle immagini del passato con i loro bisogni istintivi ed emotivi a sfondo regressivo, ci si trasferisce verso visioni collegate al futuro, alla ricerca di fiducia nell’ambiente, nel progresso, nell’attività.
Gli angoli estremi di tutte le zone dello spazio grafico, costituiscono sempre “aree critiche” in quanto la realtà rappresentata, occupa una “dimensione” suscettibile di esasperazioni.
Occupare l’angolo estremo in alto a sinistra significa che siamo alla ricerca un rifugio immaginario in cui esprimere una “fasulla” immagine di noi stessi.
Se occupiamo l’angolo estremo in basso a destra significa che stiamo cercando una via d’uscita che non porti alla resa e alla rinuncia.
Gli angoli estremi in basso a sinistra e in alto a destra, sono quelli simbolicamente cosignificanti delle aree legate alla figura materna ed alla figura paterna.
Prendere in esame ogni spazio ed ogni angolo di un foglio occupato da segni grafici e/o disegni, costituisce pertanto una prima lettura d’insieme che dal macro conduce successivamente all’osservazione del micro; la scelta di una zona ideale in cui ci posizioniamo per “scaricare” le nostre pulsioni non è mai casuale: in quel momento uno stato d’animo, un’emozione, una certa visione della realtà ci induce a riproporla in chiave simbolica in un ambiente che contiene al proprio interno la mappatura in chiave archetipica di una “origine” ben codificata.